Le mani impresse ottomila anni fa sulle pareti della grotta di Wadi Sura in Egitto "non appartengono a esseri umani".
Questa la scoperta fatta dagli esperti incaricati di analizzare i segni trovati nel 2002 nel sito archeologico sahariano al confine con la Libia.
Le indagini sono state condotte dall'Istituto Archeologico McDonald di Cambridge, da un team guidato dalla professoressa Emmanuelle Honoré.
Sotto la lente, 13 piccolissime mani impresse - e non dipinte - sulla pietra. Inizialmente si pensò potessero appartenere a neonati. Unico problema: capire come avessero fatto gli autori delle raffigurazioni rupestri a fissarne la sagoma.
Mentre cercavano di dare risposta alla domanda, i ricercatori hanno confrontato le "manine" di Wadi Sura con quelle di numerosi bebè di pochi mesi, anche nati prematuri.
Senza però trovare riscontri: misure e proporzioni non erano per nulla corrispondenti.
Allora gli archeologi inglesi hanno battuto un'altra strada.
Giungendo alla conclusione che le impronte apparterrebbero a una specie non umana.
Per la precisione: a lucertole oppure a piccoli coccodrilli.
Di qui un nuovo quesito: perché l'antica civilità che abitava la zona avrebbe scelto di decorare la grotta con zampe di animali?
"Al momento è molto difficile comprenderlo, anche per noi ricercatori - ha detto la Honoré - perché la nostra cultura è totalmente diversa".
Risolto un mistero, dunque, gli esperti saranno ora chiamati a svelarne un altro.
Fonte: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2016/03/01/impronte_di_mani_in_una_grotta_risalente_a_8mila_anni_fa_gli_espe-68-473946.html
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