Introduzione

Si dice che la verità attraversa 3 fasi:
La prima è rappresentata dalla negazione,La seconda da una forte opposizione,La terza dalla sua diffusa accettazione come dato di fatto.
Guardando questo blog ricordatevi che le persone che faranno altrettanto,probabilmente rientreranno in una di queste 3 categorie.Alcune rifiuteranno di credere che quello che stanno osservando possa essere vero,altre si opporranno violentemente alla diffusione di queste informazioni e faranno il possibile per screditare il messaggero invece di prestare attenzione al messaggio.
Poi probabilmente ci saranno altre persone che diranno: "non mi sorprende affatto l'ho sempre saputo,è tutto vero".
Osservando questo blog vedrete delle prove,che siano deboli o concrete non importa. Più prove si raccolgono,più la verità diventa possibile,probabile e in fine certa.

GUSTAVO ROL



Gustavo Adolfo Rol nasce a Torino il 20 giugno 1903, giorno della Consolata. La famiglia è agiata, il padre, Vittorio, è un noto avvocato che nel 1909 sarà nominato, per quasi un ventennio, direttore della sede di Torino della Banca Commerciale Italiana. La madre, Martha Peruglia, è figlia dell'avv. Antonio presidente del tribunale di Saluzzo. Gustavo ha due fratellini, Carlo, nato nel 1897, e Giustina, nata nel 1900. Una terza sorellina, Maria, arriverà nel 1914.
Si racconta che Gustavo non abbia parlato fino all'età di due anni, fino a quando non lo trovarono aggrappato al caminetto della casa di campagna, dove, di fronte ad un'immagine raffigurante Napoleone a Sant'Elena, piangeva e gridava: "Poleone, Poleone" E infatti la figura di Napoleone gli sarà strettamente legata per tutta la vita, diventando un collezionista di rilievo internazionale di cimeli napoleonici, un esperto delle campagne, delle battaglie e delle imprese napoleoniche. Già in terza elementare sapeva tutto sull'Imperatore, mentre al liceo sapeva descrivere con minuzia di particolari lo svolgimento delle battaglie, dando l'impressione di avervi assistito personalmente.

Qualcuno si è spinto addirittura a ipotizzare che potesse essere la reincarnazione dell'Imperatore francese, ma Rol ha smentito categoricamente questa interpretazione in più occasioni, chiarendo di avere grande ammirazione e stima, oltre che profonda conoscenza storica del personaggio. Fatti singolari in relazione all'Imperatore sono numerosi. Per esempio negli anni trenta, a Parigi, stava passeggiando in una strada quando, spinto istintivamente ad entrare in una casa, chiese al portinaio di condurlo nelle cantine, che avevano il pavimento di terra battuta, e lì, fattosi consegnare una pala da quel tizio che lo guardava in modo interrogativo, dissotterò uno splendido busto di marmo di Napoleone. Nella Palazzina di caccia di Stupinigi, una pregiata residenza dei Savoia appena fuori Torino, è conservato un prezioso dono di Rol, la carrozza con la quale Napoleone da Parigi si recò a Milano per essere incoronato re d'Italia. Rol l'aveva acquistata a Marengo, dove l'Imperatore l'aveva l'asciata perché si era rotta ed aveva fretta di ritornare in Francia.Gustavo Rol passa la sua infanzia tra Torino e San Secondo di Pinerolo, dove la famiglia aveva una residenza del '700. Inizialmente di carattere chiuso e con modesti risultati scolastici, si appassionerà in seguito allo studio e alla musica, imparando a suonare il pianoforte senza mai aver preso lezioni e perfezionado la conoscenza del violino. Negli anni di liceo conosce il beato Pier Giorgio Frassati e la sorella Luciana, stimata poetessa, di cui sarà amico tutta la vita. Nel 1921 intraprende la carriera giornalistica. Nel 1923 si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza alla Regia Università di Torino, dove si laureerà qualche anno più tardi (in seguito studierà anche scienze commerciali a Londra e si interesserà di biologia, con il sostegno del premio nobel Jacques Monod che conobbe a Parigi negli anni'50).


 Carrozza di napoleone di Rol

Lo stesso anno, si iscrive al Corso Allievi Ufficiali di complemento, l'anno successivo è nominato sottotenente e quindi congedato. Tra il 1925 e il 1930 è in giro per l'Europa in qualità di dipendente delle filiali Comit: Marsiglia, Parigi, Londra e Edimburgo. A Parigi, in un café, conosce la ragazza che poi diverrà sua moglie. Si chiama Elna Resch-Knudsen, norvegese, figlia di un capitano di marina e nipote di un ministro di Stato. Gustavo era solito presentare Elna con orgoglio, facendo notare che ben 17 Re facevano parte della sua famiglia. Passeranno circa tre anni da quell'incontro al loro matrimonio, avvenuto a Torino, nella chiesa di San Carlo in Piazza San Carlo, il 17 dicembre 1930. Alla fine degli anni '30 Rol acquista un alloggio in via Silvio Pellico 31, dove abiterà fino alla morte. Il periodo di Parigi è quello cruciale della sua vita: qui le sue ricerche, iniziate a Marsiglia, sfociano in quella scoperta che farà di lui una delle persone più enigmatiche del XX secolo.

 ROL Parigi 1927

Il 28 luglio 1927 scriverà sul suo diario: « Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il calore. La potenza mi fa paura. Non scriverò più nulla! ». Inizia un periodo di crisi profonda che lo porta a rifugiarsi in un convento. Dopo tre mesi sua madre lo va a prendere, dicendogli di sfruttare queste possibilità per fare del bene al prossimo. E così comincia la sua fama di "sensitivo". Conosce tra gli altri Einstein, Croce, Fermi, Picasso, Dalì, D'Annunzio, Cocteau, Krishnamurti. La sua nomea di veggente si diffonde tra l'elite politica e aristocratica di tutta Europa, e i Capi di Stato di molti paesi desiderano chiedergli consiglio: De Gaulle, Mussolini, Pio XII ; anche Hitler lo vuole conoscere, e invia i suoi a cercarlo con l'ordine di condurlo a Berlino. Per ben tre volte gli uomini del Duce lo nascondono e lo sottraggono alle SS. Durante la guerra a San Secondo Rol salva molte persone condannate alla fucilazione. Si era impegnato a fare esperimenti in presenza degli ufficiali tedeschi in cambio della vita dei prigionieri. Per ogni esperimento sarebbe stata risparmiata una persona. Renzo Allegri, in "Rol Il mistero", racconta questo episodio: «Un giorno, a Pinerolo, un comandante tedesco aveva messo al muro un gruppo di partigiani. Rol accorse a chiederne la liberazione. "Sono innocenti, non hanno commesso niente di male", diceva. "E lei come fa ad esserne tanto sicuro?", chiese il comandante. "Alla stessa maniera con cui sono sicuro di conoscere cosa contengono i cassetti della scrivania nella sua casa ad Amburgo", rispose Rol e cominciò a descrivere minuziosamente gli oggetti che quel comandante aveva nella sua scrivania ad Amburgo, soffermandosi sul contenuto di alcune lettere privatissime e di documenti segreti. Il tedesco, confuso e spaventato, liberò immediatamente i prigionieri». 

 ROL con Jhon cage

Nel 1934, subito dopo la morte del padre, Rol lascia l'impiego in banca, professione che non l'aveva mai attratto ma che aveva intrapreso solo per compiacere il genitore. Vorrebbe fare il giornalista, ma poi decide di dedicarsi al commercio di oggetti antichi, per i quali aveva sempre avuto una grande passione. Apre, durante la guerra, un negozio di antiquariato, che tiene fino agli anni '60, fino a quando decide di dedicarsi a tempo pieno alla pittura, all'approfondimento dei suoi studi e all'aiuto del prossimo. Dagli anni '50 in poi l'alloggio di Via Silvio Pellico sarà meta privilegiata di tanti personaggi famosi: Pitigrilli, che farà diverse dediche a Rol e parlerà ampiamente di lui in un suo libro; Federico Fellini, suo grande amico, che veniva spesso a chiedergli consiglio sulle nuove sceneggiature; e poi John Cage,Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Nino Rota, Alberto Sordi, Franco Zeffirelli, Giorgio Strehler, Valentina Cortese, Giovanni Agnelli, Cesare Romiti, Vittorio Gassman, Guido Ceronetti, Valentino Bompiani, Vittorio Messori e tanti altri. Ha occasione di conoscere anche alcuni presidenti della Repubblica Italiana, come Saragat e Einaudi. Sempre negli anni '50 incontra la regina Elisabetta II a Londra, che, a quanto pare, desiderava mettersi in contatto con lo spirito del padre, Re Giorgio VI, morto nel 1952. Di questo periodo è anche l'incontro con Padre Pio, del quale Rol era devoto e di cui teneva una fotografia sul suo comò. Nel 1964 incontra ad Antibes l'Imperatore d'Etiopia, Hailé Selassié, al quale predice la morte ad opera del suo popolo (fatto che si verificherà nel 1975). In America si interessano a lui. Walt Disney vuole incontrarlo e John Fitgerald Kennedy, nel suo unico viaggio in Italia da presidente, viene appositamente a Torino per incontrare Rol. Nel 1981 il presidente Reagan gli invierà un telegramma di ringraziamento per aver contribuito con il suo aiuto "metafisico" alla liberazione del generale americano James Lee Dozier. Dalla metà degli anni '60 in poi Rol è richiesto da molti centri di parapsicologia per dar dimostrazione delle sue capacità.

 ROL e la moglie Elna

Tuttavia egli non acconsentì mai a volgarizzare ciò che riteneva espressione delle più alte vette spirituali raggiungibili dall'uomo, e quindi non si sottopose mai a controlli "profani", rimanendo così perfettamente coerente con le Sacre Scritture («Una generazione perversa e adultera pretende un segno, ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta»...).
Alla fine degli anni '70 incontra il giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela. Rol, ormai già anziano, spera di trovare una persona in grado di fare da mediatrice con la comunità scientifica, rendendola partecipe delle sue conoscenze al fine di avviare una analisi seria e costruttiva di quelle prerogative date all'uomo nel momento in cui intraprende un rigoroso percorso spirituale e conoscitivo. Purtroppo però questo giornalista, prevenuto nei confronti di tutto ciò che riguarda la sfera del trascendente, non ha voluto credere a ciò che ha veduto, ma ha preferito liquidare la questione mettendo in dubbio che si trattasse di vere facoltà, e che invece fosse semplice, per quanto elegante, illusionismo. Egli infatti ha pubblicato una sua indagine nel mondo del paranormale, la quale includeva anche Rol.
Nella sua inchiesta, è venuto a contatto anche con pseudo-sensitivi e ciarlatani di vario genere, e quindi, partendo già dal presupposto che certe cose non esistono affatto, ha preferito liquidare tutta la questione con l'illusionismo. Negli anni successivi, Angela fonda il CICAP, Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale(che noi abbiamo avuto occasione di soprannominare Comitato Inquisitore per la Condanna delle Affermazioni sul Paranormale), copia minore del CSICOP, il Committee for the Scientific Investigation of Claims of the Paranormal, fondato dal prestigiatore americano James Randi. Questi comitati in sostanza vorrebbero dimostrare che il paranormale non esiste e che i miracoli non sono possibili, con ovvie conseguenze per l'esistenza stessa delle religioni...Certamente il loro operato è condivisibile quando smascherano i veri ciarlatani e tutti quelli che se ne approfittano della credulità altrui. E' anche vero però che questo ruolo è sempre stato svolto dai rappresentanti di tutte le religioni, che dovrebbero essere i meglio qualificati a distinguere i veri maestri spirituali da quelli falsi. Comunque, il comportamento di Piero Angela (e quello del noto fisico Tullio Regge, anche lui scettico prevenuto nonostante abbia conosciuto Rol, ed anche lui membro del CICAP) ha lasciato Rol amareggiato e deluso, tanto da chiudersi negli anni successivi nel suo riserbo. Nonostante questa vicenda spiacevole, Rol ha previsto che un giorno la scienza sarebbe arrivata a comprendere lo Spirito. Così commenta Fellini: «I "giochi" di Rol sono uno spettacolo tonificante per chiunque lo accosti con una vera disponibilità. Cioé con l'innocenza di un bambino o con il sostegno di una scienza non rigida, aperta, che non si metta in conflitto con le forme inattese della verità».



 ROL a 90 anni



In vita Gustavo Rol non è mai stato molto noto al grande pubblico, non amava mettersi in mostra né farsi pubblicità. Da quando è morto, di lui si parla sempre di più, e anche questo è coerente con le Sacre Scritture.


GLI ESPERIMENTI


La fenomenologia di Gustavo Rol si divide essenzialmente in due categorie: da un lato quelli che lui chiamava esperimenti, dall'altro una vasta antologia di prodigi di ogni tipo. Gli esperimenti venivano svolti attorno ad un tavolo, a casa sua o a casa di altre persone. Il numero dei presenti andava, di norma, tra le cinque e le dieci persone. Gli "strumenti di lavoro" erano generalmente costituiti da fogli bianchi extra strong e da comuni mazzi di carte da gioco. Sia i fogli che le carte spesso erano ancora nuovi, ancora impacchettati nei rispettivi involucri. Talvolta era qualcuno dei presenti (spesso uno scettico) che portava da casa, o comprati nuovi, suoi mazzi o suoi fogli. Attraverso questi due soli strumenti, di cui si servivano tutti i presenti in modo casuale a seconda degli argomenti di cui si parlava, Rol metteva in atto numerose varianti su di uno schema di fondo prestabilito, così come può fare un jazzista che improvvisa un motivo inedito ma che ha come base l'inconfondibile ritmo jazz. Maggiore era l'armonia tra i presenti, migliore era la "musica" suonata...

Remo Lugli, autore di Gustavo Rol. Una vita di prodigi, edizioni Mediterranee, è stato testimone di molti incontri e dà una fedele descrizione della tipica serata da esperimenti:

«Le serate si dividevano di solito in due parti: prima una chiacchierata, poi gli esperimenti. Si discorreva almeno per un'ora; ed era soprattutto Rol che impostava la conversazione affrontando un tema o filosofico o di attualità. Oppure ricordava gli anni della gioventù... (...) Ma c'erano anche serate in cui gli piaceva scherzare, dimenticava i discorsi seri e si metteva a raccontare barzellette. E sapeva essere molto divertente. A un certo punto, in genere verso le 23, finiva la prima parte della serata. Rol proponeva di lasciare le poltrone e si passava al tavolo, che era sempre coperto da un panno verde, il suo colore preferito, quello che gli aveva dato ispirazione nei suoi primi esperimenti. (...) L'atmosfera, diciamo paranormale, si scaldava con le carte. Davanti a lui erano allineati non meno di otto mazzi da poker, ognuno con il dorso di colore e disegno diverso, quasi sempre nuovissimi perché l'intenso uso li deteriorava facilmente, oppure erano da conservare perché diventati "testimoni" di un particolare esperimento con una o più scritture apparse tra i semi senza il diretto intervento suo. Poteva capitare che, di fronte a un mazzo ancora avvolto nel cellophan, avesse l'estro di far partire la serata proprio da quello: stabilita una carta, sulla omologa racchiusa faceva comparire un proprio segno di matita lasciando l'involucro intatto e senza toccarlo. (...) I mazzi li maneggiava poco, li faceva sempre mescolare e alzare ai presenti. (...) Gli esperimenti di Rol con le carte da gioco - erano esperimenti e non «giochi», questo bisognava ben rammentarlo - venivano fatti a volte in sequenza rapida come una esplosione pirotecnica. Bellissimi, eleganti, a vederli si restava stupiti ma al tempo stesso con la sensazione che fosse una cosa naturale, facile. Ad esempio: faceva mescolare sette mazzi di carte e da un ottavo mazzo faceva scegliere una carta, poniamo il sette di picche. Passava una mano sul dorso dei sette mazzi allineati e poi scopriva di ognuno la prima carta: erano tutte sette di picche! Oppure: posava sul tavolo un mazzo aperto a ventaglio con il dorso in alto e il suo indice gli scorreva sopra, ad arco, come una lancetta d'orologio. "Datemi l'alt" diceva. Allo stop, il dito si abbassava sulla carta sottostante che veniva estratta. Era, poniamo, il tre di fiori. Davanti a lui erano allineati sette mazzi tutti preventivamente mischiati, tutti con le figure coperte. Ne prendeva uno e con un gesto rapido lo lanciava sul piano del tavolo in modo che le carte si distendessero allineate lungo una retta. Risultavano tutte col dorso, eccetto una che presentava la figura: ed era il tre di fiori. Non si erano ancora spente le esclamazioni di meraviglia dei presenti, che Rol lanciava ad uno ad uno gli altri sei mazzi e tutte le file si allineavano mettendo in mostra ognuna una carta girata: il tre di fiori.»

Il primo libro dove si parla diffusamente di Gustavo Rol è Gusto per il Mistero, Sonzogno, anno 1954, dello scrittore Dino Segre, in arte Pitigrilli. Ecco alcuni degli esperimenti da lui visti:

«Intanto avevo promesso ad amici romani di presentare loro il dottor Rol. La prima reazione di questo stranissimo uomo è rispondere no. Ma poi, per non dispiacere a un amico, rettifica la sua decisione: "Che però non mi chiedano esperimenti".
"Non ti chiederanno esperimenti".
Conviene preparare l'ambiente: raccomandazione indispensabile: Non chiedetegli esperimenti.
Linea di condotta da seguire: Dottor Rol, non le chiediamo di presentarci i suoi esperimenti. Ci spieghi di che si tratta.
"Che cosa volete che vi spieghi? Mandate a comperare alcuni mazzi di carte".
[Il fattorino dell'Hotel si precipita ad acquistare i mazzi. Al suo ritorno i presenti assistono ad alcuni esperimenti. Rol dice ad uno di loro:] "Lei si metta in tasca un mazzo; quello che crede. Si abbottoni la tasca. Apra l'altro, scelga una carta qualunque. La guardi. E ora, col suo lapis o con la sua penna, disegni nell'aria una parola, o la sua firma, o una cifra. Sulla carta ancora chiusa nel pacco, abbottonata nella tasca, e corrispondente a quella che ha scelto, troverà la parola che lei ha scritto nell'aria con la sua penna o con il suo lapis". La persona che si presta scieglie una carta, il quattro di fiori, per esempio, disegna nell'aria una firma; apre il pacco; cerca il quattro di fiori; la firma, eseguita con quel lapis, attraversa la carta».

«Una sera eravamo in casa del giornalista pittore Enrico Gianeri-Gec. (...) Dopo alcuni esperimenti Rol disse:"Gec, lei mi è simpatico; finora ha visto esperimenti di primo e secondo grado. Le offro qualcosa di più. Prenda un mazzo di carte qualunque, lo tenga stretto tra le sue mani. Ripeta la seguenti parole" (e gli recitò una formula che non trascrivo). Il giornalista ripeté la formula e tutte le carte del mazzo furono proiettate a ventaglio come se contenessero esplosivo.
"Ora raccolga una carta qualunque: che è?"
"Dieci di picche", rispose Gec.
"In quale carta vuole che io la trasformi?", chiese Rol.
"In asso di cuori", rispose il giornalista.
"La fissi e dica queste parole", e Rol pronunciò una frase. Gec ripeté, impallidì, dovette sedersi. La carta che teneva tra le mani si scolorì, diventò grigia, una pallida macchia rosea si delineò al centro, si fece rossa, un cuore si disegnò. Chiamammo gli amici che nella sala accanto giocavano a bridge e la padrona di casa che, nella sua camera da letto mostrava a un'amica i suoi ultimi acquisti. Nessuno sapeva dell'esperimento, ma tutti alla domanda "che carta è'?" furono concordi nell'affermare che si trattava di un asso di cuori; esattamente come l'asso di cuori che era presente nella serie».

«Una sera, nello studio dell'avvocatessa Lina Furlan, Rol invitò il professor Marco Treves, docente d'università e direttore del manicomio di Torino. "In questa scatola" disse Rol "io pongo un foglio di carta piegato in quattro e un pezzo di grafite di lapis (mostrò la carta bianca e la grafite). Chiudo la scatola. Tutti voi appoggiate le vostre mani. E ora lei, professore, mi dica una frase qualunque". Il professore citò un verso di Dante: "Amor che a nullo amato amar perdona". "Sollevate le mani, aprite la scatola e leggete", disse Rol. Sul foglio era scritto il verso di Dante».

Una buona descrizione di esperimenti con le carte la troviamo nel periodico Quaderni di Parapsicologia del 26 gennaio 1970, diretto dai Dottori Piero Cassoli e Massimo Inardi del Centro Studi Parapsicologici di Bologna. Qui di seguito alcuni esperimenti commentati dal Dr. Cassoli: «Rol mi fa scegliere, mescolare e tagliare un mazzo che rimane davanti a me. Egli è distante da me più di un metro; fa prendere da un mazzo una carta al fratello del Dr. B. "La getti in aria e la lasci cadere!" gli dice. La carta cade con la faccia coperta. "La metta sul tavolo come sta". "Ne prenda un'altra e la getti in aria". Questa ricade a terra con il seme visibile: è il dieci di cuori. Rol a me: "Getti le sue carte sul tavolo, forza, via, come stanno!" Le getto facendole scorrere una sull'altra. Tutte sono coperte. Nel bel mezzo del mazzo una carta sola appare scoperta e visibile: il dieci di cuori».

«Rol mi dà un mazzo da mescolare e tagliare. Lo pongo davanti a me. Con altro mazzo e con tecnica varia viene indicato il quattro di cuori . Rol mi dice di porre la mia mano sul mio mazzo, di chiudere gli occhi, di cercare di vedere, di visualizzare un quattro verde e di pronunciare 'Hamma Hemma'. Fatto ciò mi dice: "Tagli il mazzo". Apro gli occhi e taglio. Taglio proprio esattamente dove c'è il quattro di cuori rovesciato, cioé con la carta a seme visibile, mentre tutte le altre sono regolarmente volte con la faccia in basso».

«Mi fa scegliere un mazzo di carte, me lo fa mescolare e tagliare, poi mi fa dire un numero, per esempio 20. Mi fa togliere 20 carte dall'alto del mazzo, poi mi fa fare alcuni mazzetti colle carte rimanenti. Fa scegliere ad un altro uno dei mazzetti (lui non tocca mai le carte, che d'altra parte sono lontane da lui). Mi dice: "Dica un numero!" "Dico 8" - "scelga le prime otto carte del mazzetto indicato" - Eseguo - "Ora disponga una carta nel centro e quattro attorno" - Eseguo - "Metta una mano sulla carta di centro" - Eseguo - "Chiuda gli occhi" e pensi intensamente al verde... Dica con me Hamma Hemma (ed altre parole che non ricordo)... Raccolga ora le quattro carte in cerchio" - Raccolgo - "Ora le faccia vedere". Sono un bellissimo poker d'assi».

Ciò che è stato riportato in questa pagina è una sintesi, peraltro già molto estesa, delle molteplici possibilità di Gustavo Rol. A noi piace ricordarlo cosi,pieno di spirito per il dono che aveva e i mille esperimenti senza spiegazione che ha condotto con tanti testimoni.

« Ogni giorno di più mi convinco che lo sperpero della nostra esistenza risiede nell'amore che non abbiamo donato. L'amore che doniamo è la sola ricchezza che conserveremo per l'eternità »  

Gustavo Rol




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