Introduzione

Si dice che la verità attraversa 3 fasi:
La prima è rappresentata dalla negazione,La seconda da una forte opposizione,La terza dalla sua diffusa accettazione come dato di fatto.
Guardando questo blog ricordatevi che le persone che faranno altrettanto,probabilmente rientreranno in una di queste 3 categorie.Alcune rifiuteranno di credere che quello che stanno osservando possa essere vero,altre si opporranno violentemente alla diffusione di queste informazioni e faranno il possibile per screditare il messaggero invece di prestare attenzione al messaggio.
Poi probabilmente ci saranno altre persone che diranno: "non mi sorprende affatto l'ho sempre saputo,è tutto vero".
Osservando questo blog vedrete delle prove,che siano deboli o concrete non importa. Più prove si raccolgono,più la verità diventa possibile,probabile e in fine certa.

lunedì 22 dicembre 2014

BIMBO TORNATO DAL PARADISO:STATO TRA LE BRACCIA DI GESÙ



È il 2003. Il 4 luglio – festa nazionale negli Stati Uniti – una normale famiglia americana che vive nel Nebraska, a Imperial, paesino agricolo che ha appena «duemila anime e neanche un semaforo», sta stipando di bagagli una Ford Expedition blu. I Burpo partono verso Nord per andare a trovare lo zio Steve, che vive con la famiglia a Sioux Falls, nel South Dakota (hanno appena avuto un bambino e vogliono farlo vedere ai parenti). L’auto blu imbocca la Highway 61. Alla guida c’è il capofamiglia Todd Burpo, accanto a lui la moglie Sonja e sul sedile posteriore il figlio Colton, di quattro anni, con la sorellina Cassie. Fanno rifornimento a una stazione di servizio nel paese dove nacque il celebre Buffalo Bill prima di affrontare immense distese di campi di granoturco. È la prima volta in quattro mesi che i Burpo si concedono qualche giorno di ferie dopo la scioccante vicenda che hanno vissuto il 3 marzo di quell’anno.
Il piccolo Colton quel giorno aveva cominciato ad avere un forte mal di pancia. Poi il vomito. Stava sempre peggio, finché i medici fecero la loro diagnosi: appendice perforata. Fu operato d’urgenza a Greeley, in Colorado. Durante l’operazione la situazione sembrò precipitare: «Lo stiamo perdendo! Lo stiamo perdendo!». Il bambino era messo molto male e passò qualche minuto assai critico. Poi però si era ripreso.Per il babbo e la mamma era stata un’esperienza terribile. Lacrime e preghiere in gran quantità, come sanno tutti coloro che son passati da questi drammi.
Dunque, quattro mesi dopo, il 4 luglio, la macchina giunge a un incrocio. Il padre Todd si ricorda che girando a sinistra, a quel semaforo, si arriva al Great Plains Regional Medical Center, il luogo dove avevano vissuto la scioccante esperienza. Come per esorcizzare un brutto ricordo passato il padre dice scherzosamente al figlio: «Ehi, Colton, se svoltiamo qui possiamo tornare all’ospedale. Che ne dici, ci facciamo un salto?». Il bambino fa capire che ne fa volentieri a meno. La madre sorridendo gli dice: «Te lo ricordi l’ospedale?».Risposta pronta di Colton: «Certo, mamma, che me lo ricordo. È dove ho sentito cantare gli angeli».
Gli angeli? I genitori si guardano interdetti. Dopo un po’ indagano. Il bimbo racconta con naturalezza i particolari: «Papà, Gesù ha detto agli angeli di cantare per me perché avevo tanta paura. Mi hanno fatto stare meglio». «Quindi», domanda il padre all’uscita del fast food, «c’era anche Gesù?». Il bimbo fa di sì con la testa «come se stesse confermando la cosa più banale del mondo, tipo una coccinella in cortile. “Sì, c’era Gesù”».
«E dov’era di preciso?» domanda ancora il signor Burpo. Il figlio lo guarda dritto negli occhi e risponde: «Mi teneva in braccio». I due genitori allibiti pensano che abbia fatto un sogno nel periodo d’incoscienza. Ma poi vacillano quando Colton aggiunge: «Sì. Quando ero con Gesù tu stavi pregando e la mamma era al telefono». Alla richiesta di capire come fa lui, che in quei minuti era in sala operatoria in stato d’incoscienza, a sapere cosa stavano facendo i genitori, il bambino risponde tranquillamente: «Perché vi vedevo. Sono salito su in alto, fuori dal mio corpo, poi ho guardato giù e ho visto il dottore che mi stava aggiustando. E ho visto te e la mamma. Tu stavi in una stanzetta da solo e pregavi; la mamma era da un’altra parte, stava pregando e parlava al telefono». Era tutto vero. Così come era vero che la mamma di Colton aveva perduto una figlia durante una gravidanza precedente. Colton, che era nato dopo, non l’aveva mai saputo, ma quella sorellina lui l’aveva incontrata in cielo e lei gli aveva spiegato tutto. Sconvolgendo i genitori: «Non preoccuparti, mamma. La sorellina sta bene. L’ha adottata Dio». Di lei il ragazzo dice: «Non la finiva più di abbracciarmi».
Comincia così, con la tipica semplicità dei bambini che raccontano cose eccezionali come fossero normali, una storia formidabile che poi il padre ha raccontato in un libro scritto con Lynn Vincent, Heaven is for Real (tradotto dalla Rizzoli col titolo Il Paradiso per davvero). È da questo libro – bestseller negli Stati Uniti – che vengono queste notizie. All’uscita, nel 2010, conquistò la prima posizione nella top ten del New York Times, e subito dopo dalla storia di Colton è stato tratto un film che è appena arrivato in Italia (dal 10 luglio), sempre col titolo Il Paradiso per davvero. Il film, col marchio Tristar, è diretto da Randall Wallace (lo sceneggiatore di Braveheart) e negli Usa ha avuto un grande successo. Può anche essere che da noi sia un flop, perché gli americani hanno una sensibilità religiosa molto più profonda di quella europea (il caso americano smentisce il paradigma della sociologia moderna, secondo cui la religiosità declinerebbe quanto più aumenta la modernizzazione).
La storia (vera) del piccolo Colton, peraltro, è una tipica esperienza di pre-morte, cioè un fenomeno che l’editoria e la cinematografia statunitense in questi anni hanno scoperto e raccontato molto. Anche perché i maggiori istituti di sondaggio Usa hanno scoperto che si tratta di un’esperienza estremamente diffusa.
Ne ho parlato nel mio ultimo libro, Tornati dall’Aldilà (Rizzoli), perché negli ultimi quindici anni la stessa medicina ha studiato approfonditamente questi fenomeni, scoprendo che non sono affatto da considerarsi allucinazioni, ma sono esperienze reali, vissute da persone in stato di morte clinica. Gli studiosi (io ho citato specialmente i risultati di un’équipe olandese) si sono trovati a dover constatare che la coscienza (anzi una coscienza allargata, più capace di capire)continua a vivere fuori dal corpo anche dopo che le funzioni vitali del corpo e del cervello sono cessate. È quella che – con linguaggio giornalistico – ho chiamato «la prova scientifica dell’esistenza dell’anima». Questi stessi studiosi, con le loro analisi scientifiche, concludono che non si possono spiegare queste esperienze se non ricorrendo alla trascendenza.
Mi sono imbattuto personalmente in questo mistero con la vicenda di mia figlia e mi sono reso conto, dopo aver pubblicato il mio libro, che tanto grande è l’interesse popolare, della gente comune, quanto impossibile è in Italia una discussione sui giornali (o in altre sedi) fra intellettuali e studiosi, su questi fenomeni. C’è letteralmente paura di guardare la realtà. La nostra è la cultura dello struzzo, quello che mette la testa dentro la sabbia per non vedere qualcosa che non vuole vedere. C’è come una censura sull’Aldilà e – in fondo – sul nostro destino eterno: «Tutto cospira a tacere di noi/ un po’ come si tace un’onta/ forse un po’ come si tace/ una speranza ineffabile» (Rilke).
Ma paradossalmente la censura sull’Aldilà (e specialmente sull’Inferno) c’è anche in un certo mondo cattolico che ha adottato «la sociologia come criterio principale e determinante del pensiero teologico e dell’azione pastorale» (Paolo VI). Così accade che, paradossalmente, la scienza è arrivata a constatare il soprannaturale, in questi fenomeni, prima del mondo ecclesiastico e teologico.
Eppure la Vita oltre la vita sarebbe l’unica cosa davvero importante. La sola degna di meditazione. È il grande conforto nel dolore della vita. È stata la grande meta dei santi.Forse bisogna aver assaporato proprio il dolore della vita e della morte per capire. Per avere questo sguardo e questa saggezza. Per lasciarsi consolare dalla Realtà di quell’abbraccio di felicità.
Eric Clapton, alla tragica morte del suo bimbo, scrisse una canzone struggente, Tears in Heaven, dove fra l’altro diceva: «Oltre la porta c’è pace, ne sono sicuro/ E lo so: non ci saranno più lacrime in Paradiso».
(di Antonio Socci)
Fonte: http://blog.pianetadonna.it/l67/viaggio-nellaldila-bambino-tornato-dal-paradiso-braccia-gesu/

martedì 2 dicembre 2014

Ufo sopra la citta russa di Khabarovks - VIDEO



Strani avvistamenti Ufo a Khabarovsk, nel lontano oriente russo dove, tra l'altro, si trova una parte importante dell'industria aeronautica russa. Nella notte del 23 Novembre, si sarebbero verificati allarmanti fenomeni inspiegabili, nel cielo sopra la città. Loro riporta il sito Askanews ripreso dal IlSole24ore a altri siti. Secondo il portale "molti residenti di diversi quartieri hanno cominciato a descrivere l'evento nelle reti sociali e proprio sui social network sarebbero apparse alcune immagini, postate su Youtube."
 
Il quotidiano russo Moskovskij Komsomoletsk citato dallo stesso Askanews come fonte locale, informa che i residenti della città dell'Estremo Oriente hanno avvistato un oggetto non identificato nel cielo notturno. La vicenda ha creatoo molta preoccupazione tra i residenti. Decine di persone infatti avrebbero segnalato la comparsa nel cielo di oggetti luminosi di origine sconosciuta. 
Scrive il giornale russi MK.ru:
 
Uno dei primi rapporti è apparso nel social network "VKontakte", il 23 novembre alle 16.57 ora locale. "Ho visto uno di questi strani lampi nel cielo solo" - ha scritto un utente della community russa.
Pochi minuti dopo un altro cittadino ha scritto nel suo "Twitter", che ha visto una luce bianca brillante nel cielo. A quanto pare, lo stesso habarovchanin ha anche invitato una delle stazioni radio locali della città e ha detto al pubblico su quanto accaduto.
 
Non è la prima volta che fenomeni "strani" si palesano in città. A volte si è trovata una spiegazione. Nel 2013, -informa sempre Mk.ru- nel cielo sopra Khabarovsk, alcuni testimoni videro palloni gialli che volavano in rigoroso ordine, in una sola direzione. In quell'occasione, nei social network iniziò una battaglia tra gli appassionati di UFO e i razionalisti. Poi si scoprì che gli "UFO" erano soltanto palloncini.

In questo caso però -nonostante le numerose segnalazioni- nessuna ha spiegato ai testimoni l'origine dei lampi di luce. 


Fonte: Ufooline.it


Eventi di Poltergeist a Manchester - VIDEO



Durante le prime ore del 1 novembre 2012, la sicurezza controllava i corridoi e i locali di un edificio, usato per uffici a Manchester. Fissi a controllare i monitor, si son trovati davanti ad un spettacolo strepitoso di eventi di poltergeist. Questo video riprende quello che hanno visto le guardie quella notte, facendo zapping da una telecamera all'altra.




Misteri - viaggio verso l'ignoto



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